Approvato all’unanimità il mio ordine del giorno sulle RSA

Nel consiglio comunale di giovedì 12 gennaio è stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno sulle RSA del quale sono primo firmatario.

Il tema di questo ordine del giorno sono i residenti delle RSA e le loro famiglie. Un ordine del giorno, scritto con l’aiuto del mio gruppo regionale e della consigliera Anna Maria Bigon, che parla dunque di persone fragili che hanno bisogno di un sistema con varie forme di assistenza e che oggi si trovano in una situazione di grave difficoltà.

Sappiamo tutti come la pandemia abbia colpito pesantemente queste realtà, portando alla luce molte delle criticità del sistema. Poi, negli ultimi mesi, è arrivato il caro energia che come in tutti i settori sta provocando aumenti significativi dei costi e insostenibilità dei bilanci.

Tutto ciò è avvenuto e sta avvenendo in un contesto, quello del Veneto, dove ancora manca una riforma delle IPAB, unica regione in Italia. Se poi aggiungiamo il problema del reperimento del personale medico ed infermieristico emerge ancora di più lo stato di crisi di queste realtà.

Il risultato è che questa situazione rischia di scaricarsi pesantemente sulle famiglie di queste persone, con aumenti significativi delle rette. Ormai le rette sono già aumentate ovunque, anche qui a Verona. Ma il rischio è che senza interventi decisi da parte dello Stato e della Regione Veneto il costo per le famiglie potrà crescere ancora, rendendo in molti casi insostenibile il pagamento della quota.

E’ qui, dunque, che deve intervenire la politica. 

Questo ordine del giorno serve a chiedere al Sindaco e alla Giunta di sollecitare una convocazione urgente della conferenza dei sindaci su questo tema al fine di richiedere alla Regione i provvedimenti normativi attesi e gli interventi economici urgenti a favore dei centri di servizi residenziali e semiresidenziali per anziani non autosufficienti e per le persone con disabilità, per far fronte alle esigenze legate alla pandemia ed al rincaro del costo dell’energia.

Filobus. E ora?

Il CIPESS, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ha rinviato l’approvazione del contributo statale per la realizzazione del Filobus di Verona (il cui costo è al 60% a carico dello Stato e al 40% a carico del Comune).

Questa notizia inaspettata e con motivazioni ancora tutte da capire rischia di rallentare ulteriormente l’inizio dei lavori, già previsto per la primavera 2023, sovrapponendoli ai sempre più imminenti cantieri della TAV creando una situazione di caos in città.

Il Filobus è l’opera che più di ogni altra rappresenta la mala politica veronese degli ultimi 15 anni. Lavori annunciati decine di volte, cantieri aperti e poi chiusi, mezzi e percorsi cambiati più volte, nodi viabilistici lasciati in sospeso. Il tutto per un sistema di trasporto pubblico che già in molti reputano obsoleto e inutile. Ma ormai non si torna indietro.

Il Filobus non è certamente ciò che avevamo sognato come grande mezzo di trasporto per la città; è un’opera che abbiamo ereditato con molti elementi di criticità. Impietoso poi il confronto con le nostre città vicine come Padova e Brescia, città che negli stessi anni in cui a Verona si perdeva tempo, si sono realizzate metropolitane e linee tranviarie.

Ma il Filobus veronese, tuttavia, può ancora contribuire a rendere migliore la mobilità cittadina. Con i giusti accorgimenti, una buona comunicazione, tariffe favorevoli e un coordinamento con gli altri mezzi pubblici, il Filobus è ancora una soluzione valida e che merita di essere portata fino in fondo.

Per questo in pochi mesi di amministrazione abbiamo sbloccato i fondi per la realizzazione dei parcheggi scambiatori a Verona Est e in via Ca’ di Cozzi e aumentato di 1,5 milioni di Euro il capitale sociale di Amt3, società che ha in gestione la realizzazione dell’opera.

La non-decisione del CIPESS, dunque, rimette di nuovo nell’incertezza la città di Verona. Difficile non vedere in questa vicenda e nelle reazioni dei parlamentari veronesi un segnale politico che la destra manda al Sindaco Tommasi; della serie “se non tratti con noi, ti blocchiamo tutte le grandi opere”. Vedremo se sarà realmente così. Intanto il governo Meloni e i parlamentari veronesi farebbero bene a spiegare i motivi di questa scelta e a darsi una mossa nel correggerla.

Cortile di Giulietta: una piccola, grande rivoluzione

“Una piccola grande rivoluzione”. Riprendo queste parole non mie per esprimere la grande soddisfazione riguardo il nuovo ingresso da Piazza Navona e il Teatro Nuovo per accedere al cortile di Giulietta.

Si tratta certamente di una soluzione sperimentale e iniziata da pochi giorni, quindi si valuteranno le conclusioni alla fine di questa sperimentazione; ma è indubbio che finalmente si è riusciti a mettere mano ad una situazione che da anni era diventata insostenibile e pericolosa.

Ed è indubbio che in quest’ultimo weekend lungo, che abbiamo visto aver registrato un record di visitatori e turisti, questa soluzione si è rivelata un successo, apprezzata dagli utenti, dai cittadini, dalle guide turistiche e anche dai commercianti dalla via. Soluzione che proprio per il numero di persone presenti in centro in questi giorni ha sicuramente evitato situazioni di forte intasamento su via Cappello e quindi anche di grande pericolo.

Un particolare apprezzamento, va sottolineato perché non è scontato, per l’ottima collaborazione tra il Comune, nelle figure delle Assessore Ugolini e Zivelonghi, e il Teatro Nuovo, tra il Comune e le realtà presenti intorno al cortile di Giulietta e non ultimo tra il Comune e la Soprintendenza.

Pur nella consapevolezza che la strada da fare per arrivare ad una soluzione definitiva non è semplice, questa nuova sperimentazione e questo nuovo ingresso offrono dunque ottime prospettive per il futuro; e non solo in ottica sicurezza e modalità di accesso, ma anche come opportunità per il Teatro e le realtà che gravitano nella zona. Seguiremo il proseguo e l’esito di questa sperimentazione, ma fin qui possiamo dire che è stato fatto un ottimo lavoro e quindi avanti su questa strada.

Parcheggio alla Genovesa, corsie preferenziali e sperimentazioni viabilistiche. I motivi.

Le info sulle navette Genovesa-Fiera-Città

Stanno facendo molto discutere le ultime scelte viabilistiche a Verona Sud, in particolare l’istituzione in via sperimentale fino al 26 dicembre (fine dei mercatini di Natale) della corsia riservata ai bus-navetta in viale del Lavoro al sabato e alla domenica. Anche ieri, in Consiglio Comunale, l’opposizione capeggiata dall’ex Sindaco Sboarina non ha mancato di attaccare la nostra amministrazione per queste decisioni.

Tralasciando l’ipocrisia di Sboarina e co., ovvero coloro che hanno causato tutte le criticità e l’intasamento di Verona Sud con le loro scellerate scelte urbanistiche degli ultimi anni, credo sia importante spiegare le ragioni di questi provvedimenti che sicuramente qualche disagio lo stanno creando.

Partiamo dalla premessa: la situazione del traffico e della viabilità a Verona Sud non è sostenibile. Ancora peggio in occasione dei grandi eventi fieristici e delle iniziative in centro storico che richiamano migliaia di persone da fuori città.

Serve dunque un cambiamento. Che non può essere la realizzazione di qualche rotonda, ma una profonda modifica nella mentalità e nelle abitudini per chi arriva da fuori Verona e anche per i veronesi stessi. Perché se vogliamo diminuire il traffico dobbiamo diminuire il numero di auto in circolazione, facendo in modo che sempre più persone scelgano i mezzi pubblici o la bicicletta per raggiungere il centro.

Innanzitutto questi ultimi provvedimenti a Verona Sud sono delle sperimentazioni temporanee, che saranno poi valutate e verificate per capire se migliorative oppure no.

Per quanto riguarda la sperimentazione della corsia preferenziale in viale del Lavoro, che impedisce a chi proviene da Sud di svoltare in via Scopoli, è valida solo il sabato e la domenica ed è importante per velocizzare il tragitto delle navette che dalla Genovesa raggiungono il centro storico passando dalla Fiera. Rendere queste navette competitive e alternative al mezzo privato, in particolare per tutti quelli che arrivano dall’autostrada, vuol dire meno auto tra Borgo Roma, Golosine e centro storico. Far funzionare a pieno regime il parcheggio alla Genovesa è fondamentale per raggiungere questo obiettivo. I primi dati di questa sperimentazione ci dicono di numeri ancora insufficienti ma in crescita. Con il coordinamento dell’Assessore Ferrari, si sta aumentando la segnaletica e l’informazione già dal casello autostradale per facilitare sempre di più l’arrivo al parcheggio scambiatore e favorirne l’utilizzo.

Ma c’è un’altra motivazione alla base di queste sperimentazioni. Nel giro di pochi anni saranno aperti i cantieri del Filobus e della Tav. Saranno cantieri lunghi che peseranno considerevolmente sulla viabilità cittadina e creeranno molti disagi. Sperimentare adesso soluzioni migliorative alla viabilità vuol dire essere pronti a limitare i disagi domani.

Cambiare la mobilità cittadina sarà un percorso lungo e difficile; e non mancheranno intoppi e qualche errore. Ma è la sfida inevitabile che dobbiamo affrontare e vincere per avere una città migliore e maggiormente vivibile dal punto di vista viabilistico e ambientale.

Dopo 27 anni abbiamo abolito le mozioni omofobe del 1995

Delle mozioni che già nel 1995 suonavano anacronistiche. Eppure a Verona ci sono voluti ben 27 anni per abrogarle. C’era sempre qualcosa di più urgente, più importante; non era mai il momento giusto; sempre la prossima volta. Per 27 anni.

Il vero motivo, invece, l’abbiamo visto giovedì in Consiglio Comunale, quando al momento della discussione tutto il centrodestra, ad eccezione del consigliere Paolo Rossi, è uscito dall’aula. Il problema dell’omofobia è purtroppo ancora presente in una parte della nostra società, parte alla quale il centrodestra ammicca da sempre.

La cancellazione di queste mozioni, dunque, non è solo un atto dovuto e simbolico; è un messaggio concreto che dimostra che la città è cambiata, che guarda al futuro e ai valori europei. Sui diritti civili, con il voto di giovedì, Verona è finalmente entrata nel XXI secolo.

Rotaia sulla ciclabile di Santa Lucia-Golosine: risolto il problema

Era il 2013 quando da consigliere di circoscrizione segnalai per la prima volta la pericolosità della rotaia posta in mezzo a un tratto della ciclabile di Santa Lucia-Golosine. Ma la risposta delle amministrazioni comunali (Tosi prima e Sboarina dopo) era sempre la stessa: “Non si può perché la rotaia è delle Ferrovie e serve in caso di calamità naturale”. Sono bastati pochi mesi alla nostra amministrazione per risolvere il problema.

Grazie in particolar modo al lavoro dell’Assessore Benini e dei consiglieri del Partito Democratico, si è finalmente giunti alla soluzione di un problema che negli anni non si era mai riusciti a risolvere e che ha causato non poche cadute e infortuni a svariati ciclisti.

Questo intervento sarà solo il primo di una serie di manutenzioni che rimetteranno a nuovo la pista ciclabile, gioiello della Quarta Circoscrizione. Seguiranno nei prossimi mesi, infatti, il rifacimento della segnaletica orizzontale, la regolazione di alcuni ingressi pericolosi e la sistemazione della staccionata. L’ultimo grande nodo da risolvere sarà invece l’acquisizione della ciclabile dalle Ferrovie. Il contratto di comodato tra Comune di Verona e Ferrovie dello Stato è scaduto e non è rinnovabile. Siamo già al lavoro per trovare la soluzione migliore per acquisire l’area, garantendo a tutti i cittadini un’opera e dei servizi sempre migliori.

Pieno sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici di Elcograf

Nel consiglio comunale di giovedì 27 ottobre abbiamo approvato un ordine del giorno a prima firma Stefano Vallani e sottoscritto da tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione, per chiedere l’apertura di un tavolo tecnico con l’azienda e con tutte le istituzioni al fine di garantire la continuazione dell’attività dello storico stabilimento di Verona.

In secondo luogo, ma non meno importante, abbiamo chiesto che non venga cambiata la destinazione urbanistica dell’area, mantenendola ad “attività produttive”; un punto, questo, che vuole essere un chiaro segnale politico all’azienda.

Il voto all’unanimità di tutto il consiglio un bel segnale di vicinanza e compattezza della città ai lavoratori e alle lavoratrici di Elcograf.

Verona aderisce alla rete RE.A.DY

https://www.reteready.org/

Questa sera il Consiglio Comunale di Verona ha approvato l’adesione alla Rete Re.a.dy. Re.a.dy, come recita il sito, è la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale.

Una svolta culturale e politica per la nostra città, che ora può finalmente diventare un baluardo contro ogni discriminazione e in difesa dei diritti di tutti.

Un privilegio aver potuto votare a favore di questa delibera.

L’alta velocità in consiglio comunale – Il mio intervento

Il 29 agosto abbiamo dato il parere sul nodo Est di Verona dell’alta velocità. Un progetto che va a completare quello del nodo Ovest già approvato dalla passata amministrazione e che in totale prevede anche 14.820.000 euro di opere compensative per il nostro Comune. La Giunta Sboarina aveva chiesto alle Ferrovie di utilizzare tutta la somma per realizzare un sottopasso stradale allo Scalo Merci, nel futuro Central Park. Con la delibera che abbiamo approvato, però, chiediamo 6 mesi di tempo per esaminare le criticità di questa soluzione e valutare altre alternative. In particolare le criticità maggiori del sottopasso riguardano costi e impatto sul traffico: 1) COSTI. La realizzazione del sottopasso e del collegamento tra Stradone Santa Lucia e via Albere costa ben oltre i quasi 15 milioni a disposizione dalle Ferrovie; non c’è ancora una stima esatta sui costi, ma l’unica indicazione scritta si trova nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e parla di 44-48 milioni di euro. Se le Ferrovie ce ne danno circa 15, gli altri dove li troviamo? 2) IMPATTO SUL TRAFFICO. Oggi via Golosine e le vie limitrofe sono quasi sempre libere dal traffico. Con la creazione di quella strada, che si innesterà proprio come continuo di via Golosine, lo saranno ancora? Io credo che costruire nuove strade porti quasi sempre a nuove auto e a nuovo traffico. Basti vedere cos’è successo a via Vigasio e via Mezzacampagna con la realizzazione dello svincolo della Tangenziale. Decidere, dunque, di valutare queste criticità sulla base di studi e perizie che la Giunta ha già predisposto e solo successivamente scegliere l’opera o le opere compensative è la scelta più giusta. Per questo l’ho votata e sostenuta con l’intervento che puoi riascoltare nel video qui sotto.