Filobus. E ora?

Il CIPESS, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ha rinviato l’approvazione del contributo statale per la realizzazione del Filobus di Verona (il cui costo è al 60% a carico dello Stato e al 40% a carico del Comune).

Questa notizia inaspettata e con motivazioni ancora tutte da capire rischia di rallentare ulteriormente l’inizio dei lavori, già previsto per la primavera 2023, sovrapponendoli ai sempre più imminenti cantieri della TAV creando una situazione di caos in città.

Il Filobus è l’opera che più di ogni altra rappresenta la mala politica veronese degli ultimi 15 anni. Lavori annunciati decine di volte, cantieri aperti e poi chiusi, mezzi e percorsi cambiati più volte, nodi viabilistici lasciati in sospeso. Il tutto per un sistema di trasporto pubblico che già in molti reputano obsoleto e inutile. Ma ormai non si torna indietro.

Il Filobus non è certamente ciò che avevamo sognato come grande mezzo di trasporto per la città; è un’opera che abbiamo ereditato con molti elementi di criticità. Impietoso poi il confronto con le nostre città vicine come Padova e Brescia, città che negli stessi anni in cui a Verona si perdeva tempo, si sono realizzate metropolitane e linee tranviarie.

Ma il Filobus veronese, tuttavia, può ancora contribuire a rendere migliore la mobilità cittadina. Con i giusti accorgimenti, una buona comunicazione, tariffe favorevoli e un coordinamento con gli altri mezzi pubblici, il Filobus è ancora una soluzione valida e che merita di essere portata fino in fondo.

Per questo in pochi mesi di amministrazione abbiamo sbloccato i fondi per la realizzazione dei parcheggi scambiatori a Verona Est e in via Ca’ di Cozzi e aumentato di 1,5 milioni di Euro il capitale sociale di Amt3, società che ha in gestione la realizzazione dell’opera.

La non-decisione del CIPESS, dunque, rimette di nuovo nell’incertezza la città di Verona. Difficile non vedere in questa vicenda e nelle reazioni dei parlamentari veronesi un segnale politico che la destra manda al Sindaco Tommasi; della serie “se non tratti con noi, ti blocchiamo tutte le grandi opere”. Vedremo se sarà realmente così. Intanto il governo Meloni e i parlamentari veronesi farebbero bene a spiegare i motivi di questa scelta e a darsi una mossa nel correggerla.

Cortile di Giulietta: una piccola, grande rivoluzione

“Una piccola grande rivoluzione”. Riprendo queste parole non mie per esprimere la grande soddisfazione riguardo il nuovo ingresso da Piazza Navona e il Teatro Nuovo per accedere al cortile di Giulietta.

Si tratta certamente di una soluzione sperimentale e iniziata da pochi giorni, quindi si valuteranno le conclusioni alla fine di questa sperimentazione; ma è indubbio che finalmente si è riusciti a mettere mano ad una situazione che da anni era diventata insostenibile e pericolosa.

Ed è indubbio che in quest’ultimo weekend lungo, che abbiamo visto aver registrato un record di visitatori e turisti, questa soluzione si è rivelata un successo, apprezzata dagli utenti, dai cittadini, dalle guide turistiche e anche dai commercianti dalla via. Soluzione che proprio per il numero di persone presenti in centro in questi giorni ha sicuramente evitato situazioni di forte intasamento su via Cappello e quindi anche di grande pericolo.

Un particolare apprezzamento, va sottolineato perché non è scontato, per l’ottima collaborazione tra il Comune, nelle figure delle Assessore Ugolini e Zivelonghi, e il Teatro Nuovo, tra il Comune e le realtà presenti intorno al cortile di Giulietta e non ultimo tra il Comune e la Soprintendenza.

Pur nella consapevolezza che la strada da fare per arrivare ad una soluzione definitiva non è semplice, questa nuova sperimentazione e questo nuovo ingresso offrono dunque ottime prospettive per il futuro; e non solo in ottica sicurezza e modalità di accesso, ma anche come opportunità per il Teatro e le realtà che gravitano nella zona. Seguiremo il proseguo e l’esito di questa sperimentazione, ma fin qui possiamo dire che è stato fatto un ottimo lavoro e quindi avanti su questa strada.

Parcheggio alla Genovesa, corsie preferenziali e sperimentazioni viabilistiche. I motivi.

Le info sulle navette Genovesa-Fiera-Città

Stanno facendo molto discutere le ultime scelte viabilistiche a Verona Sud, in particolare l’istituzione in via sperimentale fino al 26 dicembre (fine dei mercatini di Natale) della corsia riservata ai bus-navetta in viale del Lavoro al sabato e alla domenica. Anche ieri, in Consiglio Comunale, l’opposizione capeggiata dall’ex Sindaco Sboarina non ha mancato di attaccare la nostra amministrazione per queste decisioni.

Tralasciando l’ipocrisia di Sboarina e co., ovvero coloro che hanno causato tutte le criticità e l’intasamento di Verona Sud con le loro scellerate scelte urbanistiche degli ultimi anni, credo sia importante spiegare le ragioni di questi provvedimenti che sicuramente qualche disagio lo stanno creando.

Partiamo dalla premessa: la situazione del traffico e della viabilità a Verona Sud non è sostenibile. Ancora peggio in occasione dei grandi eventi fieristici e delle iniziative in centro storico che richiamano migliaia di persone da fuori città.

Serve dunque un cambiamento. Che non può essere la realizzazione di qualche rotonda, ma una profonda modifica nella mentalità e nelle abitudini per chi arriva da fuori Verona e anche per i veronesi stessi. Perché se vogliamo diminuire il traffico dobbiamo diminuire il numero di auto in circolazione, facendo in modo che sempre più persone scelgano i mezzi pubblici o la bicicletta per raggiungere il centro.

Innanzitutto questi ultimi provvedimenti a Verona Sud sono delle sperimentazioni temporanee, che saranno poi valutate e verificate per capire se migliorative oppure no.

Per quanto riguarda la sperimentazione della corsia preferenziale in viale del Lavoro, che impedisce a chi proviene da Sud di svoltare in via Scopoli, è valida solo il sabato e la domenica ed è importante per velocizzare il tragitto delle navette che dalla Genovesa raggiungono il centro storico passando dalla Fiera. Rendere queste navette competitive e alternative al mezzo privato, in particolare per tutti quelli che arrivano dall’autostrada, vuol dire meno auto tra Borgo Roma, Golosine e centro storico. Far funzionare a pieno regime il parcheggio alla Genovesa è fondamentale per raggiungere questo obiettivo. I primi dati di questa sperimentazione ci dicono di numeri ancora insufficienti ma in crescita. Con il coordinamento dell’Assessore Ferrari, si sta aumentando la segnaletica e l’informazione già dal casello autostradale per facilitare sempre di più l’arrivo al parcheggio scambiatore e favorirne l’utilizzo.

Ma c’è un’altra motivazione alla base di queste sperimentazioni. Nel giro di pochi anni saranno aperti i cantieri del Filobus e della Tav. Saranno cantieri lunghi che peseranno considerevolmente sulla viabilità cittadina e creeranno molti disagi. Sperimentare adesso soluzioni migliorative alla viabilità vuol dire essere pronti a limitare i disagi domani.

Cambiare la mobilità cittadina sarà un percorso lungo e difficile; e non mancheranno intoppi e qualche errore. Ma è la sfida inevitabile che dobbiamo affrontare e vincere per avere una città migliore e maggiormente vivibile dal punto di vista viabilistico e ambientale.