Dopo 10 anni riaprono gli Scavi Scaligeri

Un’importante novità e un gran risultato in arrivo per la città di Verona. Sto parlando della riapertura degli Scavi Scaligeri, situati nell’interrato di Palazzo del Capitanio e chiusi dal 2015.

Come componente della commissione lavori pubblici ero stato in sopralluogo al cantiere degli Scavi Scaligeri lo scorso 7 maggio e già in quell’occasione si era potuto verificare l’avanzamento dei lavori e la bellezza del sito archeologico.

Sito che ha sempre ospitato e ospiterà ancora il Centro Internazionale di Fotografia. Sarà infatti riaperto a fine 2025 con una mostra fotografica dedicata agli sport invernali in occasione delle Olimpiadi e Paralimpiadi del 2026.

I lavori, dal costo di 2 milioni di euro, sono stati finanziati interamente dal Comune di Verona e consistono, oltre al restauro, dal nuovo ingresso dal Cortile Mercato Vecchio, da un ascensore per garantire l’accessibilità, una nuova sala riunioni e per la didattica.

Era uno degli obiettivi della nostra amministrazione e, dopo due anni di lavoro e la volontà politica di portarlo a termine, tra poco sarà una realtà e un grande ritorno per tutta la città.

News dalla Provincia

Oltre al lavoro in Comune di Verona, prosegue da quasi 9 mesi anche l’incarico come consigliere provinciale di Verona con la delega alle politiche per il lavoro.

In questo breve periodo abbiamo approvato alcune importanti delibere, in particolare il bilancio e la realizzazione di molti lavori sulle strade provinciali. Ma sarà nei prossimi mesi che dovremo affrontare temi fondamentali per lo sviluppo futuro di Verona, come il nuovo bando per il trasporto pubblico locale e le opere legate al rinnovo della concessione della A22.

In particolare sto cercando di portare all’attenzione del consiglio il tema del trasporto pubblico: ho chiesto un consiglio dedicato con i vertici ATV e ho scritto una proposta di delibera sul collegamento ferroviario tra Verona, l’aeroporto, Villafranca e Mantova; e tra l’aeroporto e il Lago di Garda. Su tutti questi argomenti vi terrò informati non appena verranno fatti passi avanti.

Per quanto riguarda la mia delega alle politiche per il lavoro, sto operando su tre direttrici:

  1. Le crisi aziendali nel veronese. In diverse zone della provincia sono esplose crisi aziendali molto preoccupanti, soprattutto nel settore metalmeccanico (altroché la ripresa industriale sbandierata dal governo Meloni!). Come Provincia ci siamo attivati aprendo un dialogo con i sindacati e con i Sindaci dei comuni interessati per cercare di salvaguardare i posti di lavoro. Mercoledì sarò a Venezia, al tavolo di crisi istituito dalla Regione, per portare il contributo della Provincia sulle crisi di Borromini e Vetrerie Riunite, fabbriche di Colognola ai Colli.
  2. Coordinamento dei patti territoriali del lavoro. Quasi tutti i comuni della Provincia si sono uniti in cinque diversi “patti territoriali del lavoro” per promuovere politiche attive del lavoro sul territorio. Questi cinque patti, insieme al Comune di Verona, alla Provincia e all’Ulss9, hanno istituito un tavolo di coordinamento con l’obiettivo di uniformare raccolta dati e servizi. In qualità di consigliere provinciale con la delega al lavoro ho assunto il ruolo di coordinatore di questo tavolo.
  3. Mettere in rete le realtà che operano sul mercato del lavoro. Obiettivo molto ambizioso, ma fondamentale che sta iniziando a piccoli passi con la condivisione di pratiche e attività promosse da diversi enti in tema di formazione e occupazione. Solo in questa maniera possiamo ottimizzare gli sforzi e dare risposte efficaci a chi cerca lavoro e a chi cerca lavoratori.

Ho cercato di esporre in estrema sintesi l’attività in Provincia, un ente che nonostante sia stato ridimensionato con la riforma Delrio ha ancora deleghe e competenze fondamentali per il territorio. Per qualsiasi dubbio o curiosità scrivetemi nei commenti o in privato.

Sta per nascere la nuova Porta Vescovo

Una ristrutturazione totale della stazione e degli spazi esterni; con nuovi collegamenti accessibili con Borgo Venezia e la zona università. E’ ciò che sta prendendo forma alla stazione di Porta Vescovo attraverso un progetto di RFI e Comune di Verona.

Questo intervento permette di riqualificare una zona importante della città da troppo tempo trascurata e la connette finalmente con tutta l’area universitaria: dal parco della Provianda a Veronetta.

Grazie alle opere compensative della TAV, inoltre, anche tutto il nodo stradale di Porta Vescovo verrà ridisegnato, consentendo una maggiore fluidità del traffico, percorsi ciclabili protetti e il passaggio più agevole della Filovia.

Ma soprattutto questo intervento può essere visto come un altro passo verso un sistema di trasporto pubblico ferroviario suburbano, capace di sfruttare i binari che verranno dismessi con l’alta velocità in favore di nuovi collegamenti ferroviari di tipo metropolitano tra Verona e i comuni della provincia. Questa la nostra sfida per un trasporto pubblico moderno, veloce e sostenibile.

Collegamento ferroviario stazione-aeroporto-Villafranca-Mantova: approvata la delibera che ho scritto

La realizzazione di un collegamento ferroviario tra la stazione Porta Nuova, l’aeroporto Catullo, Villafranca e Mantova è una delle opere strategiche per tutto il territorio veronese. Per questo ho scritto una delibera di consiglio per ribadire l’importanza e la necessità di questa infrastruttura. Votata quasi all’unanimità (astensione di Forza Italia), questa delibera rappresenta un atto di indirizzo forte anche in un’ottica di mobilità sostenibile. Qui sopra il mio intervento in consiglio.

Il trasporto pubblico ha bisogno di più fondi.

Non serve ripetere quanto sia fondamentale avere un servizio di trasporto pubblico efficiente per poter sviluppare un sistema di mobilità sostenibile e alternativo al mezzo privato.

Tuttavia da diversi anni vediamo corse tagliate, criticità nelle ore di punta, disagi per gli studenti, aumento del costo del biglietto e dell’abbonamento.

Le cause sono molte, non ultima la difficoltà di trovare autisti, ma la principale resta la mancanza di fondi che vengono investiti e destinati dalla politica al trasporto pubblico.

La Regione Veneto è l’unica che non contribuisce con fondi propri al trasporto pubblico, ma si limita a girare alle diverse Province i fondi statali.

E ora anche lo Stato, come annunciato dal ministro dei trasporti Salvini, taglierà i fondi sul trasporto pubblico rendendo inevitabile ulteriori modifiche al ribasso dell’offerta e aumenti dei costi all’utenza.

Così la situazione è chiaramente insostenibile e diventa impossibile pensare di sviluppare un servizio autobus che possa essere concorrenziale e veramente alternativo alle auto.

Per questo ho scritto un ordine del giorno che è stato discusso e approvato nella seduta di ieri.

Il Comune di Verona acquisisca la pista ciclabile di Santa Lucia e Golosine

Nel Consiglio Comunale di questa sera è stata approvata la mia mozione che impegna la Giunta Comunale ad acquisire da Reti Ferroviarie Italiane il sedime della pista ciclo-pedonale “La vecchia ferrovia” tra Santa Lucia e Golosine.

Realizzata durante l’amministrazione Zanotto, la pista ciclabile rappresenta uno dei gioielli della Quarta Circoscrizione. Il terreno è di proprietà di Reti Ferroviarie Italiane (RFI) che l’ha concesso in comodato gratuito al Comune di Verona. Questo accordo di comodato è scaduto nel 2021 e non è più rinnovabile; il Comune deve acquisire l’area o riconsegnare ad RFI l’area “in pristino stato”, cioè smantellando la ciclabile.

Siccome quest’ultima soluzione non è praticabile, ho chiesto in accordo con l’assessore al bilancio Michele Bertucco che il Comune acquisisca l’area e chiuda definitivamente questa situazione di incertezza che dura da quasi quattro anni.

Il prossimo passo sarà chiudere l’accordo con RFI per l’acquisizione dell’area e regalare una volta per tutte questa infrastruttura ai quartieri e ai suoi cittadini.

Sicurezza: l’ipocrisia della destra

Il tema sicurezza in città è un tema vero. Molte sono le azioni e le iniziative che questa amministrazione comunale ha messo in atto per reprimere e prevenire le situazioni critiche.

Ma non si può più sentire l’ipocrisia della destra che a Verona chiede al Comune di assumere più vigili e investire più risorse, mentre a Roma taglia i fondi ai Comuni (-8,2 milioni di euro in tre anni al Comune di Verona) e blocca il turnover del personale al 75% (cioè per ogni 100 che vanno in pensione se ne possono assumere 75).

Sopra il mio intervento al riguardo in Consiglio Comunale.

Nuovo piano cave della Regione: un danno per Verona

La giunta regionale del Veneto ha adottato un aggiornamento al PRAC (Piano Regionale per l’Attività di Cava) aumentando i volumi di estrazione per sabbia e ghiaia da 9,5 a 14,5 milioni di metri cubi. In particolare nella provincia di Verona si passerà da un volume autorizzabile di 5 milioni di metri cubi a 8,5. In altre parole Verona era e sarà il territorio maggiormente sfruttato del Veneto. Ciò comporta grossi rischi ambientali legati all’inquinamento delle falde acquifere, in termini di emissioni e consumi energetici, per il traffico pesante che graviterà intorno alle cave e sul territorio.

Ma come la storia ci ha purtroppo dimostrato, le cave rappresentano un enorme rischio per il futuro: infatti le discariche presenti e che vengono tutt’oggi richieste si trovano nei siti dove vi erano delle vecchie cave.

Si tratta quindi di norme molto pericolose per tutto il territorio veronese e in particolare in quei comuni dove vi sono già delle cave attive (Valeggio sul Mincio, Sommacampagna, Villafranca, Pescantina, Bussolengo, Verona). Norme fatte senza nessun passaggio in consiglio regionale e senza nessuna trasparenza e condivisione; lasciando ai comuni 60 giorni per fare osservazioni nel periodo di luglio e agosto. Norme che prevedono anche l’ampliamento di cave esistenti e la creazione di nuove cava, possibilità che nel vecchio Piano Cave del 2018 era proibita.

Il Partito Democratico sta chiedendo l’allungamento dei tempi per fare osservazioni al Piano e che l’ultima parola spetti al consiglio regionale. Molti comuni, anche grazie all’interesse dei consiglieri PD, stanno scrivendo delle osservazioni per cercare di limitare i danni che queste nuove norme comporteranno sul nostro territorio.

Uno studentato e la sede della Croce Verde in via del Capitel

Un importante intervento di riqualificazione urbana è in arrivo in via del Capitel, a Borgo Trieste, grazie ai fondi PNRR e al lavoro dell’assessora all’urbanistica Bissoli.

Si tratta di un’area di 7720 mq, oggi in stato di abbandono e degrado, che verrà recuperata e restituita alla città. Nello specifico verranno realizzati 120 alloggi per studenti universitari, la nuova sede della Croce Verde con una sala civica comunale da 97 posti, una piccola area verde, una mensa/bar aperti a tutti e altri servizi per studenti e cittadini.

Sempre con questo intervento verrà realizzata una pista ciclabile e saranno riordinati e aumentati i parcheggi nel tratto iniziale di via del Capitel.

Un’opera importante che va a rispondere all’emergenza abitativa degli studenti fuori sede, alla necessità di nuovi spazi per la Croce Verde di Verona e alla Circoscrizione che può vedere recuperato un luogo ricettacolo di insicurezza e in disuso.