Un anno del sottopasso di via Città di Nimes

È passato un anno dall’apertura del sottopasso unificato di via Città di Nimes. Un cantiere durato 14 mesi previsto per la realizzazione della filovia. La più grande opera pubblica realizzata a Verona da Italia90.

E i numeri parlano chiaro: dopo un anno che il nuovo sottopasso unificato è in funzione i tempi di attesa si sono ridotti del 40%, nonostante il numero di auto che transitano sia aumentato del 20%. Gli incidenti si sono dimezzati (15 tra giugno 2018 e giugno 2019, contro i 7 dell’ultimo anno), è migliorata la fluidità di scorrimento del trasporto pubblico su via Città di Nimes e soprattutto si è potuto liberare da molto traffico la circonvallazione Oriani, dove ora c’è una pista ciclabile protetta.

Ricordiamo tutti la preoccupazione per questo cantiere, i disagi che ha creato alla viabilità e le polemiche per i due mesi di ritardo rispetto alle previsioni. Ora tutto ciò è dimenticato e la città ha un’opera pubblica che migliora la vita di tutti.

In questo momento molti altri cantieri, lunghi e impattanti, sono in corso in città: dal cavalcavia di viale Piave, al maxi-cantiere di Veronetta. Come per il sottopasso, alla fine dei lavori avremo una città migliore, più sicura e moderna.

Riapre l’anagrafe di via Tevere

Era una promessa fatta in campagna elettorale che ora abbiamo mantenuto.

La riapertura dei servizi anagrafici nei quartieri rappresenta l’idea di una città vicina al cittadino, dove i servizi non sono tutti unificati in centro, ma sono dislocati anche nelle periferie.

Dopo la riapertura delle anagrafi di San Michele, Borgo Roma e Borgo Milano, adesso si aggiunge anche quella, molto richiesta, del quartiere Golosine, che funge da riferimento per tutta la Quarta Circoscrizione.

La riapertura è prevista da luglio con tre giorni a settimana e offrirà tutte le tipologie di servizi anagrafici.

Una promessa mantenuta.

Un patto per il trasporto pubblico locale

In questi mesi ci giochiamo il servizio di trasporto pubblico per gli anni futuri.

La pianificazione e la gestione del trasporto pubblico locale (TPL) è di competenza della Provincia, che con il Comune di Verona e il Comune di Legnago (i due comuni che hanno un servizio urbano) forma l’ente di governo del bacino veronese. Il servizio viene poi affidato ad una azienda, oggi ATV, che lo attua secondo le direttive dell’ente di governo. I fondi per finanziare il trasporto pubblico sono stanziati dalla Stato alle Regioni, le quali girano le somme alle aziende affidatarie. Il servizio ferroviario regionale, invece, è gestito direttamente dalla Regione.

Perché adesso ci giochiamo il futuro servizio di trasporto pubblico? Perché la concessione data dalla Provincia ad ATV scade il 31 dicembre 2026 e quindi adesso bisogna fare la gara pubblica per affidare il servizio di TPL per i prossimi anni.

E dov’è il problema? I problemi sono più di uno:

  • La pianificazione su cui la Provincia sta preparando la gara è vecchia. Si basa su un piano di bacino del 2017 e manca totalmente di una visione di rafforzamento del servizio, oltre che di un’integrazione tra bus e treni.
  • La Regione Veneto è l’unica che non stanzia fondi propri per il trasporto pubblico. Si limita cioè a girare alle Province i fondi statali senza aggiungere un euro di tasca propria. Per fare un semplice confronto la Regione Lombardia stanzia ogni anno decine di milioni di euro ad integrazione dei fondi statali.
  • Nella nuova gara sarà introdotto il servizio del Filobus, che andrà ad aggiungersi al servizio urbano di Verona, al servizio urbano di Legnago e al servizio extraurbano. Peccato però che ad oggi la Regione non preveda di finanziare maggiore kilometri al bacino di Verona. Tradotto: i kilometri che farà il filobus dovranno essere tolti agli altri servizi, in particolare all’urbano di Verona.
  • A tutto ciò si aggiunge che l’agenzia di regolamentazione dei trasporti, sulla base della scarsa documentazione fornita dalla Provincia, ha indicato di indire una gara su due lotti, cioè affidare il servizio urbano di Verona ad una azienda e quello extraurbano ad un’altra. Oltre al rischio di tornare indietro di vent’anni, alle vecchie AMT e APT, è chiaro che avere due aziende diverse a gestire gli ambiti vorrebbe dire maggiori difficoltà nell’offrire un servizio integrato e di qualità.

Ecco perché di fronte a tutte queste criticità abbiamo lanciato un “Patto per il trasporto pubblico locale” tra istituzioni e partiti, basato su queste proposte:

  1. L’impegno della Regione Veneto a finanziare con almeno 4 milioni di euro l’anno il servizio di trasporto pubblico.
  2. L’impegno della Provincia a stanziare propri fondi per implementare il servizio, seguendo l’esempio del Comune di Verona che ha deciso di mettere 500.000€ l’anno sul TPL.
  3. Aggiornare la pianificazione del servizio prima di fare la gara, in modo che il futuro trasporto pubblico sia migliore in quantità e qualità rispetto all’attuale.
  4. Predisporre la gara pubblica su un unico lotto, in modo da non spezzare il servizio tra più aziende affidatarie.

Per ora a parole c’è una disponibilità e un accordo bipartisan su queste proposte. Adesso bisogna passare dalle parole ai fatti.

Cortile di Giulietta: un risultato atteso 20 anni

Il Sindaco Tommasi l’ha definito un accordo storico. E lo è.

Il cortile di Giulietta, con la celebre statua, è uno dei siti turistici più amati e frequentati. Solo nel 2024 sono entrate 1.400.000 persone. Il cortile si trova tra la casa di Giulietta (di proprietà comunale), il Teatro Nuovo e diversi edifici e negozi di proprietari privati.

Questa molteplicità di soggetti coinvolti, pubblici e privati, ha reso sempre difficile trovare un accordo sulle modalità di accesso al cortile che, visti i numeri dei visitatori, hanno sempre creato un’enorme ressa su via Cappello con problemi di sicurezza, di gestione degli ingressi e per l’attività dei commercianti della via.

Grazie al lavoro quotidiano e silenzioso dell’amministrazione comunale e alla disponibilità di tutte le realtà coinvolte, si è finalmente arrivati ad un primo, grande risultato: la firma dell’accordo tra il Comune di Verona e la Soprintendenza per spostare definitivamente l’ingresso del cortile di Giulietta da via Cappello a Piazzetta Navona, tramite il Teatro Nuovo. Questa soluzione, già sperimentata durante le festività del 2023 e del 2024, si è subito dimostrata efficace, andando a liberare via Cappello e consentendo un ingresso ordinato e sicuro. Un ingresso accompagnato da personale di sicurezza e attori che guideranno i turisti attraverso un percorso, dentro e fuori il teatro, legato alla magia di Romeo e Giulietta.

Non solo. L’accordo sottoscritto prevede la ristrutturazione del cortile di Giulietta e un concorso di idee per creare un’offerta turistica e culturale di alto livello su tutti i luoghi shakespeariani di Verona. Dopo vent’anni di tentativi falliti, ricorsi e insuccessi, ora si passa dalle parole ai fatti.