
Perché non utilizzare un edificio esistente evitando di consumare suolo? È questa la principale critica che arriva sul progetto di studentato in via Sacchi, in seconda circoscrizione, che abbiamo approvato nel consiglio comunale del 31 luglio scorso.È un ragionamento non solo corretto, ma pienamente condivisibile e di buon senso. Tuttavia quando si amministra bisogna fare delle scelte sulla base della realtà che ci sta attorno; e tante volte non è possibile fare tutto ciò che si vuole, ma serve trovare un compromesso con ciò che è possibile fare.Siamo partiti da un problema urgente e importante: Verona, città universitaria, ha pochissimi posti letto da offrire agli studenti fuori sede. Tanto che due anni fa gli studenti universitari hanno protestato accampandosi con delle tende nel giardino dell’ateneo per chiedere interventi in favore di tutti quei ragazzi e quelle ragazze che non hanno la possibilità di trovare una camera a Verona se non a prezzi esorbitanti.Nel mentre il decreto 481/2024 del ministero dell’università e della ricerca ha dato la possibilità ai privati di realizzare studentati con contributi del PNRR (giusto o sbagliato, quello è). Ecco quindi che sono arrivate richieste per realizzare nove studentati, di cui sette su edifici da ristrutturare e due di nuova costruzione, tra cui via Sacchi.Tutti questi studentati non riusciranno a risolvere il problema dei posti letto per i fuori sede, da tanto è alta la richiesta. Ma almeno daranno delle risposte a circa 1300 ragazzi e ragazze.Era quindi possibile ristrutturare vecchie caserme, edifici abbandonati, ecc? La risposta purtroppo è no. Con le regole e i tempi del decreto ministeriale l’unica strada è dire sì o no a queste proposte dei privati.Ci siamo presi la responsabilità di dire sì. Perché riteniamo che il problema dei posti letto per gli studenti meriti una risposta immediata, seppur parziale.Abbiamo scelto di dire sì cercando di mettere nel progetto tutte quelle condizioni affinché sia il meno impattante possibile sul quartiere. In particolare: è stato abbassato di un piano (da 5 a 4), l’area verde di 1800 mq sarà aperta e fruibile a tutti, la maggior parte dei parcheggi andrà prioritariamente ai residenti della zona, all’interno dell’edificio c’è una sala che potrà essere usata dalla circoscrizione, la proprietà dovrà fare nel quartiere un intervento di depaving (cioè togliere l’asfalto e rendere il terreno di nuovo verde) di 1200 mq, cioè pari all’area che verrà occupata dal nuovo edificio.È stata una scelta sbagliata? Bisognava dire sì solo ai sette studentati che ristrutturano per dare priorità al tema del consumo di suolo? Capisco e accetto la critica.Ma si cerchino di capire anche le ragioni del sì. Non siamo dei pazzi che amano cementificare il mondo o che sono manovrati da chissà quali poteri forti; abbiamo semplicemente dato priorità agli studenti.