Il Comune di Verona parteciperà al bando del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per potenziare il trasporto rapido di massa. Il progetto presentato prevede un nuovo tracciato della filovia che dalla Stazione Porta Nuova attraversa Golosine e Santa Lucia, raggiunge il Quadrante Europa e conclude la corsa a Madonna di Dossobuono dove verrà realizzato anche un parcheggio scambiatore.
Il costo è di circa 60 milioni di euro per 8 km di percorso che, qualora dovessimo vincere il bando, sarebbero finanziati dallo Stato.
Questo progetto è stato fortemente voluto dalla nostra amministrazione e ha avuto un costo di circa 500.000€ finanziati con i fondi delle opere compensative della TAV.
Dopo aver finalmente dato il via alla realizzazione del Filobus, opera che tra una modifica e l’altra era in attesa da trent’anni, si guarda anche al futuro progettando nuovi percorsi e nuove linee capaci di potenziare l’offerta di trasporto pubblico e quindi dare reali alternative all’uso dell’auto. Strada di Gronda, nuova linea del Filobus, ciclabile Golosine-Borgo Roma: stiamo portando avanti ciò che avevamo detto in campagna elettorale e che come sinistra chiedevamo da tanti anni per la zona sud-ovest della città. Ora al lavoro per vedere tutto realizzato il prima possibile.
Nel giro di pochi mesi inizieranno i lavori del nodo Ovest dell’AV/AC che dureranno, in diverse fasi, per più di quattro anni. I lavori consistono nel raddoppiamento dei binari nel tratto compreso tra la Stazione Porta Nuova e l’autostrada A22, permettendo la creazione dei binari dell’alta velocità che fanno parte della direttrice Est-Ovest Torino-Milano-Venezia. Il tutto fa parte del più ampio progetto europeo che vede a Verona l’incrocio dei corridoi Mediterraneo (Lisbona-Kiev) e Scandinavo-Mediterraneo (Oslo-Palermo).
In questi anni l’amministrazione comunale ha lavorato per limitare il più possibile l’impatto sui quartieri e i disagi per i cittadini, soprattutto per quanto riguarda la mobilità. In tal senso sono stati raggiunti due risultati molto importanti: rispetto alle previsioni iniziali, non sarà necessario chiudere via Albere (si prevedeva una chiusura di 6 mesi) e nemmeno la Tangenziale.
È chiaro però che alcuni disagi ci saranno, sia per le chiusure sia per la presenza dei cantieri, su alcune vie di Santa Lucia e San Massimo. Le criticità principali sono:
VIA CASON EST: si prevede la chiusura per circa un anno per poter allungare il sottopasso ferroviario della Tangenziale.
TANGENZIALE: si sta lavorando per non chiudere mai le due corsie, ma al massimo prevedere un restringimento delle carreggiate. Questo tratto molto importante per la viabilità sarà interessato dai lavori per il primo anno, quindi verosimilmente fino all’estate 2026.
VIA CARNIA: sarà chiusa per quasi tutto il periodo dei lavori (4 anni) fino alla creazione del nuovo sottoattraversamento delle linee ferroviarie.
VIA FENILON: nel secondo anno dei lavori sarà necessaria la chiusura della via per consentire la costruzione del nuovo cavalcaferrovia in sostituzione dell’esistente.
VIA ALBERE: i lavori prevedono l’allungamento dei sovrappassi esistenti. Inizialmente era prevista la chiusura del tratto di strada per 6 mesi, ma grazie al lavoro di coordinamento tra Comune ed RFI la via non subirà chiusure, ma solo un breve periodo di circa un mese con senso unico alternato.
Alcune di queste situazioni sono ancora in fase di perfezionamento e nelle prossime settimane saranno organizzati degli incontri pubblici nel quartiere per spiegare nel dettaglio tutte le fasi dei lavori e rispondere ad eventuali domande o richieste.
Le opere pubbliche compensative legate a quest’opera sono state approvate dal consiglio comunale nel 2023 e sono:
Percorso ciclabile che da Santa Lucia collega Golosine, Zai e Borgo Roma;
Collegamento ciclabile tra il parco Santa Teresa-via Basso Acquar-ponte Aleardi (zona Università);
Collegamento ciclabile tra Porta Vescovo e Santa Marta;
Collegamento ciclabile Stazione Porta Nuova-Stadio;
Rotatoria tra via Albere e via Mantovana;
Rotatoria tra via Albere e l’uscita dalla Tangenziale;
Nuova viabilità del nodo Porta Vescovo;
Rotatoria all’uscita della Tangenziale T4-T9 (tra Porta Palio e la Stazione);
Rotatoria in via dal Vino a Porto San Pancrazio;
Studio di fattibilità per allungare il percorso del Filobus a Golosine-Santa Lucia e Madonna di Dossobuono.
Domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15 si potrà votare per cinque referendum abrogativi. Ci saranno pertanto cinque schede con quesiti a cui rispondere con un SÌ o un NO: quattro riguardano il lavoro e una la cittadinanza. Affinché la votazione sia valida serve raggiungere il quorum del 50% +1 degli aventi diritto al voto.
Di cosa trattano i cinque quesiti e perché è importante andare al seggio?
QUESITO 1 (scheda verde): LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI – votando sì, nelle imprese con più di 15 dipendenti, ritorna la possibilità di reintegro in caso di licenziamento illegittimo.
QUESITO 2 (scheda arancione): TUTELE – votando sì, nelle imprese con meno di 16 dipendenti, viene eliminato il tetto massimo di 6 mensilità di risarcimento in caso di licenziamento illegittimo. L’entità del risarcimento verrebbe stabilita dal giudice.
QUESITO 3 (scheda grigia): CONTRATTI A TERMINE – votando sì viene ripristinato l’obbligo della causale per i contratti a tempo determinato inferiori a 12 mesi; in altre parole l’impresa dovrà giustificare la motivazione del contratto breve.
QUESITO 4 (scheda viola): SICUREZZA – votando sì anche le imprese appaltanti dovranno assumersi la responsabilità in caso di infortunio sul lavoro.
QUESITO 5 (scheda gialla): CITTADINANZA – votando sì viene ridotto da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza in Italia per chiedere la cittadinanza italiana.
Al di là del raggiungimento del quorum e della complessità della materia, il valore di questo referendum è portare l’attenzione sul tema del lavoro e su quello della cittadinanza. Due temi cruciali e che oggi rappresentano ancora di più delle emergenze e delle priorità assolute. Andare a votare assume quindi un forte significato politico nel mettere al centro dell’attenzione e dell’agenda dei partiti questi temi.
La mozione che ho presentato a sostegno del progetto Ri-Ciak è stata approvata all’unanimità nel corso dell’ultimo consiglio comunale.
Il progetto “Ri-Ciak Cinema di Comunità” è un’iniziativa di un gruppo di cittadini e cittadine che si sono uniti per riaprire lo storico cinema Ciak di Veronetta, chiuso da 14 anni. L’obiettivo è trasformare questo spazio in un luogo di aggregazione, socialità, svago e cultura per tutta la comunità.
Attraverso l’associazione non a scopo di lucro, Vivevisioni impresa sociale con oltre 700 soci, è in corso l’acquisto rateizzato della struttura, di cui è stato pagato il 70%, ed è stato già predisposto un progetto per la riqualificazione e riattivazione della sala quale cinema di comunità, quindi con valenza pubblica.
Contestualmente l’associazione è molta attiva nel contesto cittadino con attività culturali volte non solo a far conoscere il progetto Ri-Ciak, ma a diffondere capillarmente il valore e la bellezza dell’arte cinematografica, anche in convenzione con la vicina Università.
L’importanza di questo progetto risulta inoltre ancor più preziosa se considerato il contesto in cui si colloca l’ex cinema Ciak, ovvero il quartiere di Veronetta. La riqualificazione e la riattivazione del cinema diventa quindi un elemento fondamentale per rigenerare tutta lo zona.
Per questo ho scritto questa mozione che impegna l’amministrazione comunale 1) a farsi portavoce con il Governo e i parlamentari veronesi per far riaprire dei bandi statali per finanziare il recupero di vecchie sale cinematografiche dismesse premiando quei progetti che hanno una finalità e una valenza pubblica; 2) a supportare l’associazione Vivevisioni nella ricerca di altre iniziative e bandi di finanziamento pubblici o privati ed eventualmente a supportarne la partecipazione tramite concessione di partenariati.