Urbanistica

Verona deve tornare ad avere una visione di città.

Durante le amministrazioni Tosi e Sboarina abbiamo visto delegare la progettazione della città in mano ai privati, in cambio soltanto dei contributi di sostenibilità: costruisci quello che vuoi e dove vuoi basta che mi paghi.

Da qui la nascita di 8 area commerciali solo a Verona sud, nessuna pianificazione del territorio e riqualificazioni che anziché essere delle opportunità sono diventate dei problemi con enormi impatti negativi sulle zone residenziali limitrofe.

La nuova urbanistica dovrà dunque partire da questo, dal rimettere la politica a fare il proprio mestiere, gestendo la pianificazione del territorio nell’interesse dei cittadini senza lasciare carta bianca ai privati.

Nel concreto bisognerà rivedere molti progetti già avviati, valutando, dove possibile, di bloccare quelli inutili e dannosi e migliorando quelli che possono portare dei benefici.

Un altro punto che ritengo fondamentale da affrontare è una nuova regolamentazione dell’edilizia privata. Ogni quartiere è pieno di case abbandonate e degradate e si calcola che vi siano circa 5000 appartamenti sfitti nel comune di Verona. Contemporaneamente si continua a costruire case ex-novo consumando suolo. Se da una parte andrebbe creata una norma che consenta di far pagare ed espropriare i terreni a chi inizia una costruzione e dopo non la finisce lasciandola in abbandono e degrado, dall’altro andrebbe introdotto un nuovo regolamento edilizio in cui il Comune si pone come mediatore tra i privati proprietari di case abbandonate e quelli che intendono costruire in modo da bloccare continue nuove costruzioni su terreni liberi e puntando alla ristrutturazione e riqualificazione delle abitazioni esistenti, con beneficio per tutta la città e per i quartieri.

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