Sociale

Le politiche sociali sono una delle tematiche più importanti e più delicate da affrontare, soprattutto in un momento di grande crisi economica e con una popolazione sempre più anziana. Negli ultimi anni è cresciuta enormemente la necessità di dare risposte in quest’ambito, che se non fosse per il lavoro del terzo settore oggi sarebbe in uno stato d’emergenza.

Ed è proprio dal sostegno alle tante realtà del volontariato del tessuto sociale veronese che bisogna partire: aiutandole e sostenendole economicamente ma anche, e soprattutto, nell’organizzazione e nella semplificazione burocratica.

Quando si parla di politiche sociali voglio cominciare dalle situazioni di maggiore difficoltà. Seppur città ricca e dove la crisi ha colpito in misura minore rispetto ad altre zone italiane, Verona ha visto nel corso di questi anni aumentare le persone e le famiglie al di sotto della soglia di povertà. A queste persone e famiglie va dato l’aiuto necessario, a cominciare dal mantenimento della casa tramite la creazione di un apposito fondo di solidarietà. Programmi d’aiuto e ascolto, assistenza per i senzatetto sono altri programmi da implementare.

Di più si può fare anche per le famiglie, in particolare per quelle numerose, monoreddito, con genitori single o divorziati, potenziando l’offerta di asili nido, attivando programmi ed attività culturali-musicali-ricreative pomeridiane, nonché specifiche agevolazioni fiscali comunali e da parte delle aziende partecipate. Agevolazioni e garanzie vanno introdotte anche per le giovani coppie, in particolare per l’accesso alla casa. Vanno infine rafforzati, in collaborazione con le forze dell’ordine, i progetti di assistenza contro ogni forma di violenza, a partire da quella domestica, da quella a scopo sessuale, dallo stalking, che colpiscono fisicamente e psicologicamente le donne ed i soggetti più deboli.

Altro capitolo molto importante per quanto riguarda le politiche sociali sono gli anziani. Il progetto “Anziani protagonisti del quartiere” va salvaguardato e dove possibile implementato, in particolare con attività che favoriscano l’interazione tra le diverse fasce d’età.

Ho inoltro proposto con insistenza negli ultimi anni la creazione di orti pubblici che, seppur tramite associazioni o privati cittadini, sono nati con grandissimo successo. L’orto non è solo un’occasione di svago e di contatto con la natura: soprattutto per le persone anziane la cura di un pezzo di terra è un’efficacissima politica sociale che mette in relazione le persone, occupa il tempo in maniera produttiva e positiva e favorisce la vita nel quartiere uscendo di casa. Come mi sono impegnato per far nascere delle “aree orti” a Santa Lucia e Golosine, mi impegnerò e proporrò che in ogni quartiere ci siano degli spazi per orti pubblici gestiti dalle Circoscrizioni.

Tra la fascia di popolazione anziana vi è però anche chi non ha la possibilità di andare all’orto o al centro anziani: per loro va potenziata l’assistenza domiciliare e sanitaria, va facilitata la regolarizzazione e la qualificazione delle “badanti” e, in accordo con ULSS e Regione, creati progetti di casa-famiglia o centri diurni.

In ultimo una delle questioni sulle quali mi sono molto impegnato in questi anni: le persone diversamente abili. Va valorizzata la Consulta comunale della Disabilità che con il suo ruolo propositivo può incidere molto nelle scelte dell’amministrazione. L’obiettivo da raggiungere è una sempre più totale inclusione sociale, che tra alti e bassi oggi è totalmente a carico delle scuole e delle famiglie. Si dovrà partire proprio con il lavoro nelle scuole, mettendo in campo tutte quelle misure che possano includere ogni persona nella società: abbattimento delle barriere architettoniche, aiuto alle imprese e cooperative sociali e sviluppo di programmi, d’accordo con la Regione, che colgano le opportunità offerte dalla legge sul “Dopo di noi”.

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