In questi mesi ci giochiamo il servizio di trasporto pubblico per gli anni futuri.
La pianificazione e la gestione del trasporto pubblico locale (TPL) è di competenza della Provincia, che con il Comune di Verona e il Comune di Legnago (i due comuni che hanno un servizio urbano) forma l’ente di governo del bacino veronese. Il servizio viene poi affidato ad una azienda, oggi ATV, che lo attua secondo le direttive dell’ente di governo. I fondi per finanziare il trasporto pubblico sono stanziati dalla Stato alle Regioni, le quali girano le somme alle aziende affidatarie. Il servizio ferroviario regionale, invece, è gestito direttamente dalla Regione.
Perché adesso ci giochiamo il futuro servizio di trasporto pubblico? Perché la concessione data dalla Provincia ad ATV scade il 31 dicembre 2026 e quindi adesso bisogna fare la gara pubblica per affidare il servizio di TPL per i prossimi anni.
E dov’è il problema? I problemi sono più di uno:
- La pianificazione su cui la Provincia sta preparando la gara è vecchia. Si basa su un piano di bacino del 2017 e manca totalmente di una visione di rafforzamento del servizio, oltre che di un’integrazione tra bus e treni.
- La Regione Veneto è l’unica che non stanzia fondi propri per il trasporto pubblico. Si limita cioè a girare alle Province i fondi statali senza aggiungere un euro di tasca propria. Per fare un semplice confronto la Regione Lombardia stanzia ogni anno decine di milioni di euro ad integrazione dei fondi statali.
- Nella nuova gara sarà introdotto il servizio del Filobus, che andrà ad aggiungersi al servizio urbano di Verona, al servizio urbano di Legnago e al servizio extraurbano. Peccato però che ad oggi la Regione non preveda di finanziare maggiore kilometri al bacino di Verona. Tradotto: i kilometri che farà il filobus dovranno essere tolti agli altri servizi, in particolare all’urbano di Verona.
- A tutto ciò si aggiunge che l’agenzia di regolamentazione dei trasporti, sulla base della scarsa documentazione fornita dalla Provincia, ha indicato di indire una gara su due lotti, cioè affidare il servizio urbano di Verona ad una azienda e quello extraurbano ad un’altra. Oltre al rischio di tornare indietro di vent’anni, alle vecchie AMT e APT, è chiaro che avere due aziende diverse a gestire gli ambiti vorrebbe dire maggiori difficoltà nell’offrire un servizio integrato e di qualità.
Ecco perché di fronte a tutte queste criticità abbiamo lanciato un “Patto per il trasporto pubblico locale” tra istituzioni e partiti, basato su queste proposte:
- L’impegno della Regione Veneto a finanziare con almeno 4 milioni di euro l’anno il servizio di trasporto pubblico.
- L’impegno della Provincia a stanziare propri fondi per implementare il servizio, seguendo l’esempio del Comune di Verona che ha deciso di mettere 500.000€ l’anno sul TPL.
- Aggiornare la pianificazione del servizio prima di fare la gara, in modo che il futuro trasporto pubblico sia migliore in quantità e qualità rispetto all’attuale.
- Predisporre la gara pubblica su un unico lotto, in modo da non spezzare il servizio tra più aziende affidatarie.
Per ora a parole c’è una disponibilità e un accordo bipartisan su queste proposte. Adesso bisogna passare dalle parole ai fatti.

