Marangona: cosa sta succedendo.

Si sta giustamente parlando sempre di più del futuro della Marangona e delle conseguenze che questo implica. Ma andiamo per ordine.

La Marangona è un’area di 1,5 milioni di mq (più grande del quartiere Golosine) situata nella parte sud-ovest della città. Si tratta di un grande triangolo, oggi prevalentemente ad uso agricolo, delimitato dalle ferrovie Verona-Bologna, Verona-Mantova e dalla tangenziale sud.

Da decenni quest’area è destinata allo sviluppo nel campo dell’innovazione e della ricerca, grazie in particolare alla posizione strategica in cui si trova: 1) esterna alla città; 2) vicina all’aeroporto, alla linea ferroviaria e alle tangenziali; 3) a due passi dai caselli di Verona sud e Verona nord; 4) a sud dell’interporto Quadrante Europa e del nuovo scalo merci; 5) attraversata e collegata dalla futura Strada di Gronda. Il destino della Marangona è regolato dal PAQE (Piano d’Area del Quadrante Europa), aggiornato l’ultima volta nel 2006 e di competenza regionale. Il Consorzio Zai è l’ente che ha il compito di gestire la Marangona, ovviamente in accordo con il Comune e la Provincia. Negli anni, e in particolare durante le amministrazioni Tosi e Sboarina, si è parlato della Marangona come luogo per accogliere le più fantasiose e irrealistiche proposte: dal cimitero verticale, all’ikea, passando per il nuovo stadio. In concreto gli unici passi avanti realizzati prima dell’amministrazione Tommasi sono stati l’aver diviso l’area in 5 lotti distinti da sviluppare individualmente, l’aver venduto uno di questi lotti (Corte Alberti) ad una grande azienda di logistica e aver realizzato un Masterplan per progettare lo sviluppo complessivo dell’area.

Il Partito Democratico in tutti questi anni ha sempre avuto una posizione chiara su ciò che deve succedere alla Marangona: è un’area vocata allo sviluppo nell’ambito dell’innovazione e della ricerca; in tal senso può essere l’occasione per creare lavoro di qualità in sinergia con l’Università di Verona e allo stesso tempo essere compatibile con edifici e impianti sostenibili dal punto di vista ambientale e del consumo di suolo. Il Masterplan realizzato dal noto urbanista veronese Giulio Saturni, denominato “Masterplan Marangona 2030”, prevede proprio questo, immaginando una nuova parte della città strettamente connessa con i quartieri e accessibile e usufruibile dai cittadini; il Masterplan rappresenta dunque il punto di partenza e di riferimento per il futuro di quest’area. Per questo ci siamo sempre opposti con forza all’uso della Marangona per fini commerciali e di logistica, in quanto queste destinazioni non produrrebbero alcun beneficio alla città, nessuno sviluppo nell’ambito del terziario avanzato e viceversa creerebbero disagi in termini ambientali, di traffico e di consumo di suolo.

E veniamo all’oggi. Tra maggio e giugno 2024 viene definito l’accordo di programma tra Comune, Provincia e Consorzio Zai per lo sviluppo della Marangona, accordo che entro i primi di luglio dovrà essere ratificato dal Consiglio Comunale. Con questo accordo potrà partire la realizzazione del lotto di Corte Alberti (già deciso dalla Giunta Sboarina) e si potrà procedere con la progettazione degli altri 4 lotti che, come previsto nell’accordo, dovranno “trovare attuazione in modo equilibrato e coerente, secondo i criteri funzionali fissati da un Masterplan che i soggetti sottoscrittori del presente accordo si impegnano ad approvare prima della presentazione dei Piani Urbanistici Attuativi (PUA) relativi ai restanti Ambiti Unitari di Intervento (AIU 2-3-4-5) previe forme di consultazione e di partecipazione dei soggetti portatori di interessi, in una prospettiva di transizione ecologica e di valorizzazione ecosistemica con particolare riferimento alla permeabilizzazione dei terreni e alla capacità drenante delle aree anche in riferimento a fenomeni estremi e al concetto di positive energy district, con indicazione di edifici autosufficienti dal punto di vista energetico e senza l’utilizzo di combustibili fossili per il loro sostentamento e con approccio di tutela e valorizzazioni delle biodiversità nelle aree verdi”.

I punti critici:

  • Nell’accordo di programma si fa riferimento ad un masterplan, senza specificare quale.
  • Si è persa l’occasione per essere molto più chiari su quali destinazioni dare agli altri 4 lotti, in particolare non si è posto uno stop alla logistica che quindi rimane ancora possibile in futuro.
  • La mancanza di un vero dialogo all’interno della maggioranza e con associazioni e cittadini ha creato profonde crepe nella coalizione e nei mondi che rappresentiamo e che ci hanno sostenuto.

Note positive:

  • L’accordo di programma, rimandando la progettazione degli altri 4 lotti dopo la sottoscrizione di un masterplan e di Piani urbanistici attuativi, lascia ancora aperto il destino della Marangona. In altre parole, non c’è scritto da nessuna parte che si cementifica o che si fa tutta logistica.
  • Anzi. Nella delibera che voteremo in Consiglio Comunale c’è scritto chiaramente che la destinazione logistica-distributiva è da ritenersi integralmente attuata con il lotto 1 di Corte Alberti.
  • L’amministrazione comunale si impegna ad approvare il Masterplan Marangona 2030 entro il 2024.
  • L’errore legato alla mancanza di dialogo che ha caratterizzato questo passaggio non si ripeterà.

È chiaro quindi che siamo di fronte ad un passaggio importante e delicato che genera comprensibili e condivisibili preoccupazioni (che ho anche io). Credo però che l’idea di un nuovo modello di sviluppo della città, alternativo alla destra, non sia cambiato rispetto alla campagna elettorale. Saper amministrare vuol dire anche saper superare queste difficoltà rimanendo uniti e non dimenticando la visione generale del lavoro che a fatica stiamo facendo.

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